lunedì 9 luglio 2012

Il diario di Torchiarolo


Domenica 1° luglio
Domenica mattina abbiamo assaporato un po’ di mare pugliese, lasciandoci cullare da un piacevole venticello. Per rinfrescarci dall’afa portata da Caronte, ogni tanto ci tuffavamo nel limpido mare. Insomma, una mattinata non troppo impegnativa.
Dopo un appagante pranzo e una rifocillante pennichella, ci siamo ritrovati in presenza di Attilio, colui che si occupa della parte giuridica dei beni confiscati. Il suo intervento ha risvegliato le nostri menti, bombardandoci di nozioni legate alla sfera legislativa. Dopo la deludente partita dell’Italia, distrutti moralmente e fisicamente abbiamo rilassato la mente con un entusiasmante gioco di gruppo prima di recarci a letto.




Lunedì 2 luglio
Si parte con le prime luci dell’alba e si ritorna in villa quando il sole è già alto nel cielo; direzione vigneto di Valesio. Enzo ci illustra le mansioni e le giuste tecniche per curare le viti; volenterosi e pimpanti ci avventuriamo subito tra i filari.
La pausa per dissetarci non manca e diventa anche un momento per confrontarci sul lavoro svolto (e sulle strategie necessarie per non soccombere ai temibili insetti, quali le cicale). Dopo un lauto pasto e un meritato riposino, nel pomeriggio abbiamo incontrato don Raffaele, parroco di San Pietro Vernotico, che ci ha fatto riflettere su una nuova e differente visione del significato di cittadinanza, intesa come sinonimo di condivisione e azione. Questo concetto viene espresso dallo spesso dimenticato articolo 4 della nostra Costituzione, in cui si nomina il “diritto di dovere del cittadino”. Di sera abbiamo apprezzato l’atmosfera barocca di Lecce, in compagnia di un drink e di un gelato.

Martedì 3 luglio
In uno stato comatoso ci siamo recati in vigna per donare la luce ai fragili grappoli, oppressi dalle malvagie foglie della vite oscura.
Dopo una rigenerante doccia e un copioso pranzo, ci siamo dilettati nell’arte dell’ozio finché non è arrivato il momento di Alessandro Leo, presidente della cooperativa che gentilmente ci ospita; ci ha illustrato la storia e l’attività dell’associazione di cui è massimo rappresentante, rispondendo in modo esaustivo alle nostre curiosità e perplessità. 
All’incontro è seguito un confronto che ha toccato diversi ambiti e che ha visto partecipi tutti.
Spinti da un languore ormai insistente abbiamo divorato il divorabile gentilmente cucinato dai giovani chef dello Spi.
La cena è stata condita con i frustranti indovinelli di quattro membri dell’Arci di San Pietro Vernotico, che tra una risata e l’altra ci hanno spiegato come opera l’associazione a livello locale.

Mercoledì 4 luglio
Oggi contro il logorio della vita moderna non Cynar ma brioches: una grande svolta. Già eccitati per le leccornie, cadute come manna dalla Coop, diversamente dalla routine, non abbiamo imbracciato la zappa ma fatto nostra “la responsabilità delle parole” di don Ciotti. Il confronto con lui ci ha travolto come un fiume in piena che ci ha trovati “impreparati”. Ci ha trasmesso le sue passioni, la sua forza e la sua voglia di coinvolgere nella lotta all’illegalità tutti coloro che credono nei valori e nei principi di una società onesta. Molti di noi hanno vissuto quelle due ore con grande commozione fin quasi alle lacrime.
Nel pomeriggio, durante la pulizia della villa in preparazione della festa di domani, abbiamo notato la presenza di una persona che si aggirava per il campo munita di macchina fotografica. Soltanto a cena ci è stato svelato il mistero: un giornalista di Liberetà, il mensile dello Spi Cgil, che avrebbe trascorso due giorni con noi per raccontare la vita del campo.
Prima della visita a San Pietro Vernotico siamo stati coinvolti nostro malgrado nello slancio nostalgico degli Spi, lanciati in una serie di canti rivoluzionari e della resistenza.
L’ultima sorpresa della giornata è stata “nonna” Gioconda, simpatica vecchietta che abbiamo incontrato mentre facevamo il nostro giretto per il paese e che ha ironizzato sui nostri nomi. Durante la serata abbiamo avuto modo di degustare un buon gelato in compagnia dei ragazzi dell’Arci di San Pietro, i quali ci hanno portato a spasso per il paese.

Giovedì 5 luglio
Per noi, contadini ormai esperti, la sveglia all’alba non è più un problema; se poi ad aspettarci c’è una ricca colazione, come non poter dare il meglio di noi nei campi?
Oggi però non abbiamo fatto solo lavoro fisico, ma anche creativo, se con creativo si intendono i cartelloni realizzati in occasione della festa e della festeggiata (una nostra “collega” campista, ha compiuto gli anni).
Finiti i preparativi, nel tardo pomeriggio sono cominciati ad arrivare tutti coloro che hanno sostenuto il progetto dei campi della legalità in Puglia, i rappresentanti di varie istituzioni sia politiche che studentesche e alcuni curiosi.
Durante la serata ci siamo confrontati con i ragazzi del posto per approfondire i temi dei momenti di formazione avuti nei giorni precedenti, degustando insieme i prodotti della cooperativa. Ad animare la festa, una cover band di Giuliano Palma: “Nuvole dal Messico”.





Venerdì 6 luglio
Dopo l’ultima mattinata trascorsa in vigna, sporchi e provati siamo saliti sul pulmino della speranza in direzione Mesagne. Nella sede di Libera il presidente dell’anti-racket Fabio Marini ci ha spiegato come la sua associazione, completamente autofinanziata supporti i commercianti locali che si ribellano allo strozzinaggio mafioso e ha cercato di raccontarci quanto sia difficile convivere quotidianamente con l’angoscia delle intimidazioni.
Le stesse difficoltà le ha incontrate Ivano che a Mesagne ha piantato le radici; pur essendo stato a lungo lontano dalla sua terra ha capito che l’unico modo concreto per risanarla è viverci.
Abbiamo lasciato Ivano con la speranza di rivederlo il giorno seguente perché il dialogo con lui ci ha destabilizzato. Confusi abbiamo assaporato i piatti tipici che ci hanno aiutato a risollevarci.

Sabato 7 luglio
Per staccare dopo una settimana di fatiche in vigna, ci siamo rilassati sguazzando come paperelle nella limpida acqua di Canuta. L’incontro con Ivano ha riportato serietà alla giornata fino a quel momento spensierata, facendoci, su nostra grande richiesta, riflettere ancora una volta sulla realtà di questa terra.
A cena ci hanno fatto visita delle signore del luogo che hanno preparato specialità tipiche pugliesi, accompagnandole dai canti contadini che caratterizzavano le loro giornate nei campi. Prima di cena abbiamo salutato Valerio, uno dei nostri coordinatori, con un caloroso abbraccio di gruppo.
La serata si è conclusa con una pizzica!

Domenica 8 luglio
Con la consapevolezza che questa esperienza è giunta purtroppo al termine, abbiamo cercato però di goderci questa ultima giornata di mare con unione e gioia.
Il pomeriggio invece è stato impiegato per le pulizie della villa per i futuri campisti e nel fare a malincuore le valigie.
Subito dopo pizza e friselle, abbiamo ringraziato le coordinatrici e i giovani pensionati per i magnifici dieci giorni che hanno condiviso con noi aiutandoci e sostenendoci.
A sorpresa, per tutti quanti loro abbiamo creato un cartellone con una frase che ci ha toccato molto: “Grazie a voi ora siamo un noi”.
Abbiamo poi salutato per l’ultima volta il paese che ci ha ospitato e i ragazzi della Factory.
Abbiamo concluso la serata tra chiacchiere e risate sotto uno splendido cielo stellato.


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