Venerdì 22 giugno nella sala "Di Vittorio" della Camera del lavoro di Milano si è svolta l'iniziativa "Con la forza del sole. La legalità scende in campo", organizzata da Spi, Cgil e Arci, insieme all'Unione degli universitari e alla Rete degli studenti medi. Un'occasione non soltanto per presentare l'attività 2012 dei campi della legalità, ma anche per ragionare di cosa significhi lotta alla mafia, rispetto delle regole, legalità, solidarietà insieme al procuratore antimafia di Palermo, Antonio Ingroia, al sindaco di Isola
del Piano (Pu), Giuseppe Paolini, al sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, a Placido Rizzotto, a Simona Dalla Chiesa e ad alcuni giovani e pensionati che hanno partecipato o parteciperanno ai campi.
Durante la tavola rotonda, Luca D'Onofrio, volontario storico dei campi di Corleone, ha raccontato la sua esperienza. Eccola di seguito.
Quando mettemmo piede per la prima
volta su quelle terre a Corleone una cosa era certa e cioè che lì la mafia in
quel momento aveva perso. Ma c’è anche un altro ricordo, molto simpatico, che
quell’anno ebbe una valenza particolare. Per far mangiare i volontari, infatti,
fu lanciata una campagna di raccolta viveri, per cui chiunque voleva poteva inviare
a Corleone pasta, passata e altri generi alimentari. Quell’anno le poste di
Corleone furono totalmente bloccate dai pacchi che arrivavano da tutta Italia.
Fu una cosa importantissima e le poste e i cittadini di Corleone rimasero
interdetti da questa vicenda.
E fu un fatto importante perché andando
per la prima volta a Corleone l’obiettivo principale era quello di fare uscire
dall’isolamento i soci della cooperativa “Lavoro e non solo”. Perché quando
questi entravano in un bar gli altri uscivano; i loro figli non erano mai
invitati alle feste di compleanno dei compagni di scuola. Insomma un ambiente
molto particolare.
A Corleone, grazie all’impegno della
cooperativa “Lavoro e non solo” ma anche di tanti ragazzi e dei pensionati
dello Spi Cgil, che ci hanno fatto compagnia in tutti questi anni, abbiamo
costruito una cultura diversa in quella città. E oggi i tanti corleonesi
onesti, che c’erano anche prima ma facevano fatica a mostrarsi, partecipano
alle nostre attività, vengono nei locali della cooperativa.
Nel 2011, invece, abbiamo iniziato un’esperienza
a Parete in provincia di Caserta. In realtà a Parete c’è la sede logistica dei
campi e il lavoro viene svolto nel comune di Santa Maria La Fossa su terreni
sequestrati al clan dei casalesi. È una zona molto particolare, perché è la
zona dei rifiuti e delle discariche che abbiamo visto nel periodo più duro del
problema rifiuti a Napoli. Per andarci si percorre una strada dove da un lato e
dall’altro ci sono discariche ufficiali, ma anche colline che in realtà sono discariche
abusive di rifiuti.
Questo terreno è stato assegnato a un
circolo Arci, l’associazione “Nero e non solo”, associazione storica che svolge
la mattina lavoro nei campi e il pomeriggio attività di conoscenza e formazione
in cui sono coinvolti gli immigrati che lavorano nella zona.
Anche nel 2012 andremo a Parete, per
un periodo più lungo, visto che si svolgeranno tre campi della legalità di
dieci giorni ciascuno. Speriamo che questo sia l’inizio di un percorso che
possa contribuire al cambiamento e che quanto avvenuto a Corleone possa
avvenire anche nella zona del casertano.
Grazie al segretario della Camera del
lavoro, alla Cgil e allo Spi, i ragazzi che dal 2005 hanno partecipato ai campi
di Corleone, ragazzi che nel 1992 o nel 1993 non erano ancora nati, hanno
potuto conoscere le storie di uomini come Placido Rizzotto, Pio La Torre, Carlo
Alberto Dalla Chiesa e di tante altre personalità che hanno iniziato le loro
carriere in quel paese e che il destino ha accomunato. Oggi centinaia di
ragazzi e di ragazze, di tutta Italia, sanno benissimo chi furono quelle
persone e le loro storie non saranno dimenticate.
Infine, vorrei sottolineare la
presenza dei volontari dello Spi a Corleone così come a Parete. Una presenza fondamentale,
perché al di là della gestione delle cucine e della preparazione degli ottimi
pranzi e cene, garantisce uno straordinario scambio generazionale coi ragazzi.
Abbiamo vissuto scene di grande commozione quando i ragazzi hanno ascoltato gli
anziani raccontare storie di vita, semplici magari, ma storie di lotte per l’affermazione
dei diritti nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nella società.
Questo è un aspetto fondamentale dei
campi, che spero venga potenziato sempre di più.
Luca D’Onofrio
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