Questa estate, in territori difficili della nostra Italia, centinaia di
volontari dell’Arci, della Cgil e dello Spi, in collaborazione con Libera,
l’associazione di don Ciotti, andranno a dare una mano alle cooperative di
giovani che producono grano, ortaggi, olio e vini di qualità nelle terre
confiscate ai boss della mafia.
Tra questi volontari ci sono tanti giovani e
anche molti anziani dello Spi che provengono da varie regioni d’Italia. I campi
in programma sono venticinque. Alcune mete sono già sperimentate, soprattutto
in Sicilia, in Calabria, in Puglia, in Toscana e in Campania. A queste se ne
affiancano di nuove in Lombardia e in Liguria, dove sono in corso laboratori di
formazione. I campi e i laboratori sono la dimostrazione che anche nei luoghi
dove la mafia ha spadroneggiato è possibile ricostruire un tessuto civile ed
economico fondato sulla legalità e sul rispetto delle persone grazie a uomini e
donne coraggiosi che sfidano il potere mafioso che resiste e reagisce anche con
attentati vigliacchi. Alcuni progetti sono ormai consolidati. Li ricordiamo:
“Liberarci dalle spine della mafia” in Sicilia e in Toscana, i “Campi del sole”
in Calabria, “Nero e non solo” in Campania e “Libera terra” in Puglia. I
giovani e gli anziani che li hanno tenuti in vita sono straordinari diffusori
di cultura della legalità
e senso civico in territori ancora ostili e ancora succubi della prepotenza
mafiosa. Il protagonismo dei volontari e delle volontarie ha portato nuova
linfa vitale ai soci delle cooperative non soltanto nell’attività lavorativa,
ma soprattutto nel coinvolgimento del territorio. I campi della legalità
riescono a sviluppare un concentrato di energia democratica al servizio di un
progetto più ampio di cambiamento politico e sociale. Le tante risorse che
giovani e anziani mettono in circolo sono in grado di far germogliare il senso
della solidarietà per il riscatto sociale e civile di queste terre. A tutti
loro va la nostra riconoscenza.
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